Cesare Pavese
Despertar
Renato Guttuso, La finestra dello studio (1956) |
Despertar
Hasta el
aire repite que ese día no vuelve.
La
ventana desierta se embebe de frío
y de
cielo. No sirve abrir la garganta
otra vez
al antiguo aliento, como quien
se halla
azorado, pero vivo. Ha terminado
la noche
de nostalgias y de sueños.
Pero ese
día ya no vuelve.
Vuelve a
vivir el aire, con vigor inaudito,
el aire
inmóvil, frío. La masa de plantas
encendida
en el oro del final del verano
se azora
ante la fuerza joven del cielo.
Se
disuelve, al aliento del aire, toda forma
del
verano, el espanto nocturno se ha extinguido.
En la noche
el recuerdo del verano era un día
doloroso.
Ese día se ha extinguido en nosotros.
Vuelve a
vivir el aire, la garganta lo bebe
en la
vaga ansiedad de un sabor ya gozado
que no
vuelve. Y tampoco retorna la nostalgia
que esta
noche ha nacido. La breve ventana
bebe el
frío sabor que ha disuelto el verano.
Un vigor
nos aguarda bajo el cielo desierto.
Cesare Pavese
[Versión
de P. A.
Ranchos, 28-XII-18]
*
Risveglio
Lo ripete anche l’aria che quel giorno non torna.
La finestra deserta s’imbeve di freddo
e di cielo. Non serve riaprire la gola
all’antico respiro, come chi si ritrovi
sbigottito ma vivo. È finita la notte
dei rimpianti e dei sogni. Ma quel giorno non torna.
Torna a vivere l’aria, con vigore inaudito,
l’aria immobile e fredda. La massa di piante
infuocata nell’oro dell’estate trascorsa
sbigottisce alla giovane forza del cielo.
Si dissolve al respiro dell’aria ogni forma
dell’estate e l’orrore notturno è svanito.
Nel ricordo notturno l’estate era un giorno
dolorante. Quel giorno è svanito, per noi.
Torna a vivere l’aria e la gola la beve
nella vaga ansietà di un sapore goduto
che non torna. E nemmeno non torna il rimpianto
ch’era nato stanotte. La breve finestra
beve il freddo sapore che ha dissolta l’estate.
Un vigore ci attende, sotto il cielo deserto.
Cesare Pavese
7-8 novembre 1937
[De Poesie del disamore e altre poesie disperse,
Opere di Cesare Pavese, vol. 11, Einaudi, Torino, 1982]